Sul lato giuridico della questione si sono espressi gli avvocati Monica Alessia Senor e Maria Grazia d’Amico, rispettivamente sulle leggi esistenti e sulle conseguenze dei reati di bullismo ecyberbullismo.
Senor ha inizialmente citato la legge n°71, che si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni preventive, con strategie di attenzione e con una tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia vittime che attuatori degli atti illeciti, assicurando gli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche. L’avvocato però pensa che la legge sia incompleta, poichè all’interno di essa non si parla della ripetitività dell’atto di bullismo, che è un fattore importante per distinguere un atto di bullismo da un caso di violenza isolata o da uno spiacevole incidente. La spiegazione delle conseguenze dei reati di bullismo è avvenuta ad opera dell’avvocato Maria Grazia D’amico, la quale ha mostrato e raccontato alcuni casi di bullismo recenti, oltre a citare le differenze tra reato penale e civile in questo campo: nel primo un minore di 14 anni viene considerato non capace di intendere e di volere, mentre nel secondo questa incapacità non viene considerata, ma la responsabilità degli atti di bullismo va ai genitori del bullo, o in caso di orario scolastico, va all’insegnanti. Secondo l’avvocato, è compito dei genitori educare i propri figli, impartendogli dei sani principi riguardanti le relazioni con i coetanei, oltre ad insegnarli l’uso delle nuove tecnologie, le quali possono arrecare danno, in caso si tratti di bullismo virtuale.